Ad Three Slide Menu

mercoledì 7 marzo 2012

DALL'INFERNO: NUOVO VIDEO (e appunti sparsi)

In poche ore abbiamo avuto l'accavallarsi di eventi e notizie che ci ha portati da un'anteprima del video a un videomessaggio di Marco Mengoni (che guardava il video proprio contemporaneamente ai suoi fans!) fino all'attesissimo video ufficiale di Dall'inferno. Come sempre Marco Mengoni stupisce, non solo con il suo nuovo bellissimo video, ma anche per la modalità con cui lo pubblicato. Bravo Marco! E ora cliccate qui per godervi il nuovo video!




Appunti sparsi

Marco Megoni ha in sé un potenza comunicativa davvero fuori dalla norma. Basta un movimento rapido delle sue sopracciglia per dipingere un'intera storia, che parte dalla sensazione evocata e che poi si dipana secondo il nostro personale vissuto. Con un singolo, rapido movimento di sopracciglia.
Figuriamoci quando poi ci aggiungiamo il suo sguardo profondo e quell'atteggiamento nervoso del mento e della bocca, assolutamente non in sincrono con tutto il resto: mentre lo sguardo ti implora, la bocca sorride beffarda, e così il contrario, tanto che c'è bisogno di un paio di occhiali per schermare – o almeno provare a farlo – il suo innato magnetismo. Ecco che ci si accorge che attorno a questa figura magra e stropicciata gira tutto un mondo, scalzo, e con un ritmo che sembra nulla avere a che fare con la musica e, soprattutto, con la storia che questa musica racconta.
Poi, si osa, si va un po' più oltre e le tessere del mosaico si compongono, una dopo l'altra.
Un rito pagano agli dei della musica, l'incontro tra una divinità – purezza tentatrice – e un essere umano che da qui a quattro minuti esatti sarà un semidio, ovviamente con tutto il carico di autoironia che l'ultimo sorriso, sfumato in una risata divertita, ci restituisce.
I simboli - dal bianco alle fragole, dalle ceneri serpeggianti all'acqua, dagli strumenti musicali fino alla gabbia degli eretici - in quel momento smettono di essere simboli: tutto il loro significato artificioso si infrange restituendoci quello che in realtà sono.
Eppure... eppure resta qualcosa di sospeso, un non detto che sta tutto nella musica, nei suoni distorti del raddoppio, nella disperata rassegnazione di una voce potente eppure di cristallo che quasi non lascia salvezza alcuna.
Sull'altare della musica ci si immola. O tutto o niente. Ci si può maledire, si può anche tentare la fuga, ma alla fine c'è una porta che bisogna aprire. Dopo, sarà quel che dovrà essere.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta qui....