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giovedì 15 marzo 2012

Trailer - Teatro Valle - Giovanni Sollima 16-17-18 Marzo 2012

tratto da: https://www.facebook.com/photo.php?v=3112885655741

Non sono neanche 50 secondi, ma ci lasciano senza fiato. Perché il nome del nostro Marco Mengoni sta lì, in un elenco di diciotto di nomi tra cui dieci ci fanno saltare sulla sedia. Ammettiamo che sette nomi non li conosciamo (li conosceremo), ma è certo che se stanno lì, dentro questo video di 49 secondi, vista la compagnia, certo devono appartenere a quella infinita schiera di cose belle della vita di cui non sappiamo neppure l’esistenza… Scriviamo di quello che conosciamo, come è rigida regola di questo blog. L’ensemble dei 100 celli, tanto per iniziare. E qui parole non ce n’è. Perché se il violoncello è la musica dell’anima, sentirne cento che suonano insieme è come concedersi un tour in paradiso. Non ci credete? Un click QUI e… (se non avete pazienza, andate pure al minuto 20). Violoncello, uno, quello di Naomi Berrill, interprete di molte musiche di Giovanni Sollima, con una cultura musicale celtica che via via si è trasformata in etnica. Un modo di interpretare il suono dello strumento più “irlandese”, ma è certo che quando suona lei anche gli gnomi di verde vestiti si fermano ad ascoltare. Classe, eleganza, piglio da uomo di un altro tempo: lui è Mauro Valli. E non bisogna aggiungere altro, ché la sua musica, il modo di interpretarla, dice già tanto. E se Paolo Damiani ci porta dalle note classiche alle note jazz, il duo Nasello/Bennici ci riportano indietro nel tempo, giacché sono famosi per le loro interpretazioni della musica secentesca. Già, perché si tratta SOLO di musicisti famosi, ma proprio tanto, a livello internazionale: tanto per dire, di Enrico Dindo (di cui vi facciamo ascoltare uno splendido Bach) ha detto Rostropovich: “è un violoncellista di straordinarie qualità, artista compiuto e musicista formato e possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana”. E il maestro russo non è mai stato un tipo generoso… Suo allievo è Jacopo Di Tonno, che porta in giro lo stile italiano tanto quanto Matteo Beschi, che, non suona il violoncello ma la tromba. Abbiamo lasciato in ultimo Giovanni Sollima. Perché dal suo violoncello si possono ascoltare i Quattro Elementi parlare. E’ la forza della Natura in armonia con la genialità dell’Homo Sapiens Sapiens. Commuove ed esalta, incarognisce ed entusiasma trasformando le note in immagini, e le immagini in emozioni. Chiedendo scusa per il poco spazio dato alla straordinaria interprete che è Sarah Jane Morris, la cui voce sembra possedere l’incredibile dote di saper emettere note tangibili, materiche, di velluto o di cotone grezzo a seconda dell’abito più indicato, vogliamo concludere con il nome che ci porta qui: Marco Mengoni. Che la sua voce suoni come un’orchestra al completo, bè, questo lo sa chiunque lo abbia ascoltato anche una sola volta dal vivo. Ma che la sua orchestra, a poco più di due anni dal suo debutto, venga chiamata a condividere il palcoscenico con i nomi di cui abbiamo prima scritto, bè, è cosa che ci riempie di gioia, di orgoglio e di infinita stima artistica per questo giovanissimo grande talento della Musica.

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