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sabato 19 maggio 2012

In viaggio tra black music e soul


Marco Mengoni in viaggio tra black music e soul

Concerto martedì 22 maggio a Treviglio:
«Questo disco è nato dopo l'incontro con Elisa»

Volto imperscrutabile, tenebroso e fragile. Look curato nel dettaglio, per innato gusto estetico esercitato alla scuola superiore di design e amplificato dalla popolarità. Il cantante dalle «sopracciglia più belle della musica italiana», per riprendere la definizione della comica Geppi Cucciari. Marco Mengoni ha sguardo seducente, che può inibire. Ma non i fan. Immagine e carattere, dalla parvenza snob, possono suscitare sentimenti contrastanti, di simpatia o antipatia, ma a livello musicale è innegabile: il giovane cantante di Ronciglione ha fattore x da vendere, e non solo perché nel 2009 è risultato vincente alla terza edizione del talent show. Il 22 maggio, alle 21, si esibirà al PalaFacchetti di Treviglio per Tour teatrale 2012, pensato con Andrea Rigonat ed Elisa, con cui è amico dai tempi di X-Factor. «Subito dopo la trasmissione Elisa ha chiesto il mio numero. Voleva sentirmi per complimentarsi. Ne ero lusingato, da suo estimatore. Ci siamo persi di vista per un pò, sino a ritrovarci. Un bicchiere di vino e una cena ed è nata l'idea del tour teatrale, che musicalmente guarda oltre Oceano. Riprende le origini dei miei esordi, legati alla musica nera, al soul e al motown», racconta Mengoni, per cui lo spettacolo è concentrato sulla musica, dalle forti suggestioni visive e sonore.
«La scenografia è curata, ma ci sarà meno cornice e più quadro». Vocale. Il suo. Innato e formato su voci di riferimento come Billie Holiday, che «mi paralizza. Non so cosa mi prende quando la ascolto. Nella sua voce c'è tutto un mondo». Prima di ogni tournée Mengoni cura le corde vocali con degli integratori e riscalda la voce. Tratto distintivo usato per tratteggiare il lato più introspettivo, da svelare durante il tour. Con simpatica onestà il cantante dichiara di «indossare diverse maschere, come tutti gli esseri umani, per coprire difetti, limiti o insicurezze. Ma sono maschere leggere. Del resto nella vita devi sempre cercare un compromesso». Nel tour Mengoni vuole «parlare di relazioni umane, scrivere sui teli bianchi della scenografia i ricordi del passato e disegnare punti interrogativi sul futuro. È un diario di vita». Breve, ma significativo. Nei ricordi incide Lucio Dalla, con cui ha duettato Meri Luis e considerato «un maestro di vita che mi ha tirato fuori da un momento di crisi lavorativa». E anche Amy Winehouse, tra le poche persone che gli hanno «sconvolto la vita con due dischi». Mengoni ha 23 anni, ma è già salito sul podio degli MTV Europe Music Awards aggiudicandosi il titolo di Best European Act.
Alla domanda dove vuole arrivare, risponde: «Alla libertà, ma è irraggiungibile, mi accontenterei dell'armonia». Nei panni di un Re Matto o di un tecnologico Solo 2.0, per evocare i titoli dei due dischi? Riferendosi alle parole di Steve Jobs «siate affamati, siate folli», per il cantante «la pazzia, non intesa come malattia, si avvicina alla mia idea di libertà. Non sono re e forse non lo sarò mai. Matto? Per tutta la vita. Sono stato solo e lo sarò ancora, ma lo ricercherò io». A livello artistico il primo disco rappresenta «un'immaturità, tante cose buttata lì d'istinto. Il secondo è più maturo, dimostra che i dischi non sono solo radiofonici, ma escono dalla mente». A livello musicale è «onnivoro sia per ascolto sia per arrangiamenti», intraprende strade diverse, perché si stanca a replicare le stesse cose. Nella vita ammette di essere pieno di contrasti, "sono bianco e nero, dovrei trovare anche i grigi". 

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