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sabato 23 giugno 2012

Benedetta la piccoletta!




Da un recentissimo video postato sulla sua bacehca ufficiale su FB, abbiamo fatto la conoscenza dell'ultima arrivata in casa Mengoni, una tastiera elettronica - la piccoletta - giunta a dare compagnia al pianoforte, già compagno di viaggio 

del Nostro.




Quando abbiamo visto il sorriso smagliante di Marco mentre tirava fuori accordi e suoni nella scenografia domestica e quotidiana della sua camera, abbiamo ripensato a un articolo che abbiamo letto agli inizi di giugno. Un articolo – originariamente pubblicato sul New Yorker - lungo ben 8 pagine pubblicato sul bel settimanale di informazione Internazionale.

Leggendolo abbiamo trovato un po' di risposte a qualche nostra domanda come “perché tutte le hit internazionali si somigliano in modo scandaloso?” e soprattutto “perché molti tra i nostri grandi network radiofonici sembrano preferire queste hit in modo quasi esclusivo? 

Mettetevi comodi, ché nonostante il durissimo lavoro di sintesi, c'è tanto da leggere...



 GREATEST HITS
Dietro i successi di cantanti come Rihanna e Kate Perry c'è il lavoro di una schiera di musicisti che scrivono, producono, arrangiano. E che spesso sognano di salire sul palco e diventare star.

In un mattino di gennaio non troppo freddo, Ester Dean, autrice di canzoni e vocalist, arriva agli studi Roc the Mic di Manhattan, dove passerà cinque giorni a scrivere canzoni. (…) Qui ci sono ad attenderla Tor Hermansen e Mikkel Eriksen, la coppia di autori-produttori norvegesi nota come Stargate.

Dean si è portata il caffè nella cabina di registrazione. (…) Tira fuori il BlackBerry e, quando parte la base, scorre alcune liste di frasi prese da riviste e programmi televisivi. Me ne ha mostrate alcune: life in the fast lane, crying shame, high and mighty, mirrors don't lie, don't let them see you cry (andare come un treno, davvero un peccato, tutto tronfio, lo specchio non mente, non far vedere che piangi). Alcune frasi sono suddivise in categorie che hano titoli come: Sex and the city, Esclamazioni, Slang britannico.

I primi suoni che Ester Dean emette non significano nulla - na-na-nai e ba-ba-ba (…). Poi passa a parole slegate prese dalle sue liste (…). La voce che sentiamo in regia è corretta con Auto-Tune, in modo che Dean possa concentrarsi sull'espressività, senza preoccuparsi di azzeccare le note. (…) “Visto? Io mi piazzo lì dentro e comincio a urlare. E loro sistemano tutto”, dice uscendo dalla cabina con l'aria euforica, quasi raggiante.
Gli Stargate cominciano a dare ai gemiti di Dean la forma di una canzone tradizionale. Eriksen manovra “la scatola” - il computer – usando Pro-Tools (…). Sullo schermo appaiono vari rettangolini colorati che rappresentano altrettanti pezzetti di voce di Dean (…). Nel giro di 20 minuti le parole ritmate di Dean sono organizzate in un'intro, una strofa, un pre-ritornello, un ritornello e un outro (coda). Manca solo il bridge. Di solito ai bridge è riservato l'ultimo giorno di lavoro. (…) Lei rientra in cabina e aggiunge qualche altra parola (…). In meno di due ore hanno completato un demo.


I ganci
La maggior parte delle canzoni trasmesse dalle radio di grandi successi, le cosiddette top forty, sono frutto della collaborazione tra produttori come gli Stargate e autori di top line come Dean. (…) I topliner, come suggerisce il termine, creano gli elementi delle canzoni più in evidenza: le linee melodiche, i testi e gli importantissimi hook, cioé i ganci, le frasi musicali orecchiabili che ti inchiodano alla canzone. “Ormai un gancio solo non basta più”, mi ha detto di recente Jay Brown, presidente della etichetta discografica Roc Nation e manager di Ester Dean. “Ce ne devono essere uno nell'intro, uno prima del ritornello, uno nel ritornello e uno nel bridge, la parte che lancia il ritonello”. Il motivo, mi ha spiegato, è che quando la gente sente una canzone alla radio ci mette in media sette secondi per decidere se cambiare canale. Bisogna agganciarla subito”. (…)


Rihanna in concerto - foto tratta da
Oggi dietro una fetta sproporzionatamente ampia di hit musicali c'è un gruppo relativamente ristretto di produttori e topliner. Forse è per questo che tante canzoni di successo si somigliano. (…)




Heavy Rotation
Le radio top forty furono inventate all'inizio degli anni Cinquanta da Todd Storz e Bill Stewart (…). Come la maggior parte dei programmatori musicali dell'epoca, Storz e Stewart cercavano di soddisfare i gusti di tutto il pubblico. “A quei tempi”, spiega Mark Fisher nel suo libro del 2007 Something in the air, “la regola era che una canzone non andava mai ripetuta a meno di ventiquatt'ore dalla sua ultima messa in onda”. (…) I due programmatori ebbero l'intuizione cui si deve la nascita delle top forty in un risporante (…). I due notarono un dettaglio che li incuriosì: nonostante ascoltassero per tutto il giorno la stessa manciata di canzoni scelte dai clienti nel jukebox, le cameriere, quando il locale si svuotata e lo staff aveva il jukebox tutto per sé, rimettevano esattamente gli stessi brani. (…) Tornarono alla radio, e cominciarono a passarli in rotazione. Gli ascolti decollarono. (Il formato) ebbe successo per tutti gli anni Sessanta, ma nel decennio successivo cominciò a doversela vedere con la crescente popolarità delle radio fm e con l'ascesa degli album rock. La musica rock (…) era meno adatta ad un formato così palesemente commerciale. (…) Negli ultimi 10 anni, tuttavia, la musica top forty è tornata di gran moda (…). Paradossalmente, nell'epoca in cui internet ha reso disponibile una varietà di generi musicali senza precedenti, il pubblico è sempre più affamato di hit (…).

Cosa è successo? Com'è possibile che il rock mainstream, da cui un tempo arrivavano i ganci più orecchiabili della musica popolare, sia diventato poco fantasioso e prevedibile, mentre il pop, che è da sempre l'essenza dell'artificio, sia oggi più creativo, sperimentale e vivo? Mentre il rock ruota intorno alla musica di persone che suonano insieme (…) con strumenti veri, la musica da top forty di oggi è quasi sempre il prodotto di macchine: paesaggi sonori fatti di ritmi, loop e sintetizzatori, in cui tutti i suoni sono spigolosi e patinati, le stonature delle voci sono corrette con il software Auto-Tune e gli errori non esistono. (…) Le persone che creano canzoni si trovano spesso in posti diversi. Gli artisti, che trascorrono la maggior parte dell'anno in tournée, non hanno il tempo di entrare in studio. Di solito registrano il nuovo materiale tra un concerto e l'altro, in studi mobili e camere d'albergo, lavorando sui demo che i produttori e i topliner hanno creato per loro, usati come una sorta di stancil da riempire con la voce.
 


(Tutto l'articolo, all'interno del quale c'è da leggere molto altro, potete acqusitarlo su http://www.internazionale.it/sommario/952/ )


No, nessuna condanna. Il lavoro di Ester Dean è un lavoro creativo, così come lo è quello degli Stargate. Una creatività “tecnologicamente avanzata” magari, ma comunque opera dell'ingegno, dell'ispirazione e di un orecchio particolarmente sensibile.


Noi, romanticamente, continuiamo a fare il tifo per la “piccoletta” e per la sensibilità di chi la suona: magari non ci saranno ganci né liste da sfogliare, e di certo non ci saranno radio top forty interessate... ma quando quella sensibilità si esprime, il brivido che ci corre lungo la schiena non somiglia a nessun altro al mondo, e ci fa stare bene, molto ma molto di più delle hit di Lady Gaga, Rihanna, Kate Perry, Christina Aguilera, Mary J. Blige, Britney Spears, Shakira, Beyoncé...






Marco Mengoni in concerto a Genova





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