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lunedì 3 settembre 2012

Tra il suo pubblico, a Castelfranco Veneto

Cronaca di un giorno
da ricordare, sotto il palco
di Festival Show
a Castelfranco Veneto,
tra la folla giunta
da tutta Italia
per Marco Mengoni

 

 

 

 "... Alla fine di ogni pezzo scoppiano urla ed applausi. È una festa, è una gigantesca festa per tutti: per chi sta sotto il palco come per chi sta sul palco...


1° settembre 2012 - Castelfranco Veneto, ore 15:30. L'ennesima transenna, l'ennesima - meravigliosa - sensazione che dà l'attesa di una esibizione live di Marco Mengoni; l'ennesimo pomeriggio trascorso in attesa delle prove... insieme con una piccola folla lì solo per lui. Potrebbe sembrare un'esagerazione - ma non lo è! - ma sì, quello che ho vissuto sabato sera mi ha ricordato i documentari suoi Beatles: tutti (la sera sotto a quel palco c'erano ventimila persone!) in attesa solo di lui!
Torno al pomeriggio, al mio arrivo in piazza Giorgione. Gli striscioni appesi alle transenne fanno comprendere chiaramente che l'unico motivo per cui si è li è per potere vedere il giovane "re matto" su quel palco, sfidando anche il meteo che non promette niente di buono... 
Come un'ondata di piena, si infrange sul pubblico la voce che Marco è arrivato: dalle transenne si staccano gruppi di fan che corrono verso il back-stage con la speranza di poterlo avvicinare per un autografo o anche solo per un saluto. 
Dopo un po', c'è chi torna in lacrime per la felicità di averlo visto e salutato, c'è chi ha lo sguardo triste perché non è riuscito ad avvicinarlo, ma nello stesso tempo acceso dalla speranza di un dopo-concerto più fortunato.
Iniziano le prove, e partono i cori che chiamano Marco sul palco. Eccolo! Finalmente arriva e un urlo (posso assicurare che era un vero urlo!) eccheggia per la piazza mentre lui avanza con il suo solito incedere timido, ma, richiamato a gran voce da tutti i suoi fan, scambia la timidezza con un sorriso di gioia e avanza sulla passerella per concedersi al loro caloroso abbraccio. 
Marco Mengoni e i fans - ph_Nadia Zeglio
Tutti lo chiamano, gli danno cartelloni, peluches, regali... Lui scherza con tutti, ride di gusto e gioca con il suo pubblico. Sì, suo, perchè il pubblico lì è tutto per lui, nessuno escluso! I musicisti lo aspettano, lui sta per raggiungerli quando torna indietro e si avvicina ad alcuni fan che allungano le braccia verso di lui: è questione di un attimo e Marco è tirato giù dalla passerella dalle mani dei suoi ammiratori - con grande preoccupazione della sua manager... Ma è solo tanto affetto, e l'artista torna sul palco per iniziare le prove. 
Cala il silenzio. Nessuno vuole perdersi nemmeno una nota. Marco canta come solo lui sa fare, trasformando come sempre le sue prove un mini-show. Alla fine di ogni pezzo scoppiano urla ed applausi. E' una festa, è una gigantesca festa per tutti: per chi sta sotto il palco come per chi sta sul palco... Alla fine del sound-check si ripropone il fenomeno della marea mengoniana: quasi tutta la folla lì presente già alle 18 del pomeriggio scompare dietro le quinte nel tentativo di strappare qualche secondo con il protagonista della giornata.  
È sera, la piazza comincia a riempirsi e inizia un mini spettacolo che fa da contorno allo Show. Ma anche questo ruota intorno a Marco: i presentatori danno vita a delle gag con il pubblico per provare diverse tipologie di applausi, e tra i vari tipi nasce l'applauso alla Mengoni che, come si può ben immaginare, era in assoluto il più assordante e rumoroso!
Marco Mengoni - ph_Radio Bellla&Monella
Inizia lo show vero e proprio, e la situazione non cambia: ogni volta che c'è un'enpasse, basta un piccolo riferimento a Marco per risolvere la situazione, riaccendendo la piazza. Che sia al centro del palco o che non ci sia ancora, è lui il centro dell'attenzione. E lo capiscono subito i tantissimi fotografi che stanno tutto attorno alla passerella quando improvvisamente si sentono delle grida: uno di loro, controllando i suoi scatti vicino alla transenna che lo separa dalla piazza, si ferma su una foto di Mengoni che, vista dai fan, scatena le loro grida. 
Ne nasce un divertente gioco tra il fotografo e le fan, con lui che mostra le foto del cantante e le fan che gli urlano il loro gradimento. Il fotografo è molto divertito, ma anche molto sorpreso: pur essendo un professionista da tanti, tantissimi anni, si lascia sfuggire che non aveva mai visto niente di simile! E mentre anche gli altri fotografi si uniscono al gioco, gli artisti si esibiscono sul palco... ma è sempre più chiaro: piazza Giorgione aspetta Marco. Per tutta la durata dello show ci sono cori che lo chiamano sul palco, sciarpe con il suo nome sventolate... e tutti gli striscioni sono per lui. Lo sanno bene anche i presentatori, persino Serena Autieri, che ogni volta che lo cita scatena scrosci di applausi e urla che sovrastano tutta la piazza.
Marco è l'ultimo artista della kermesse, e finalmente arriva il suo momento. Sempre lui. Sempre se stesso come in ogni occasione. Con la sua timidezza, con la sua apparente insicurezza quando la musica tace, e con la sua grandissima voce e capacità interpretativa quando gli strumenti iniziano a suonare... Scherza con Peter Cornacchia, poi si siede al pianoforte. L'attesa è palpabile e Marco sorride forse intimidito dal suo insolito ruolo di cantante seduto al pianoforte (diciamo che stare fermo mentre canta per lui deve essere molto difficile!). Intona le prime note di Crazy, e il pubblico, fino ad allora incontenibile, ora tace, permettendo alla musica e alla appassionata voce di Marco di scaldare la fredda serata e il cuore di ognuno di loro. Finito il pezzo, ecco le urla e gli applausi sfrenati, mentre i fotografi non sanno più cosa fotografare: l'artista sul palco o il pubblico?
Secondo pezzo, L'equilibrista. La piazza canta con Marco, stando ben attento a non sovrastarlo, ma quasi duettando, creando un'interpretazione ancora più struggente di questa canzone: il pubblico gliela dedica con tutto l'affetto che prova per lui.   
Medley Motown - frame tratti dal video di Pina Pichetti
Via la giacca, Marco resta in camicia smanicata e finalmente si può scatenare con il medley Motown, pezzo nuovo del tour teatrale ma che ormai il pubblico conosce perfettamente, non mancando di cimentarsi nei ritornelli non proprio facili di questo fantastico brano. 
Alla fine, che è anche la fine dell'esibizione di Mengoni, scoppiano ancora più calorosi gli applausi e più forti le urla. Il pubblico non vuole che se ne vada, e inizia a gridare "ancora, ancora, ancora". Marco allora intona la famosa canzone di Eduardo De Crescenzo ma è proprio tempo di andare.
Il pubblico, come se fosse ormai un rito, si riversa tutto dietro al palco, accalcandosi lungo le transenne per cercare di strappare un ultimo saluto e un ultimo sguardo. Scortato da tre carabinieri e due body guard, Marco esce e si concede come sempre ai saluti. La scorta serrata non concede molto spazio, ci sono troppe persone, e Marco vieve gentilmente spinto sul furgoncino nero in cui lo aspetta la band. Si siede in macchina, ci ripensa e si arrampica sul lato del furgone per urlare un ultimo saluto ai suoi fan che rispondono sonoramente!
E' comunque  sempre lo stesso! ... anche se - con tanta felicità! - mi è sembrato di vedere una grande star. (mc)



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