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domenica 25 novembre 2012

Il dogma dell'immacolata diffusione





La recente intervista di Dente sulla difficoltà in Italia di conciliare la popolarità con la qualità apre la strada a diverse considerazioni.


Chi è cresciuto imparando a memoria (e magari strimpellando) le canzoni di De André, Guccini, De Gregori e così via ricorda le polemiche che già esistevano negli anni Settanta su questo argomento, ma nessuno si sognava di negare la qualità dei dischi di Lucio Battisti o di gruppi come la P.F.M o i Nomadi anche se raggiungevano numeri importanti nelle vendite ed i brani venivano cantati un po' dappertutto.




Ora si vive una realtà totalmente schizofrenica: la televisione e le principali radio, che raggiungono il 99% della popolazione italiana, trasmettono solo pochi artisti considerati “a prova di bomba” da un punto di vista commerciale, mentre un numero notevole di artisti decide di restare nel limbo autoreferenziale del circuito indipendente per non rischiare di compromettersi con partners che ne inquinerebbero il tasso di autenticità.

Succede così che quanto di più nuovo e stimolante nasce nell'ambito della produzione musicale del nostro Paese resti a beneficio di pochi eletti, mentre alla stragrande maggioranza delle persone vengono proposti sempre i soliti nomi e una valanga di musica straniera di valore artistico quasi sempre molto scarso.

Perché questa “ autoghettizzazione”? Perché autori che scrivono testi particolari e musiche non banali devono restare chiusi in una torre d'avorio mediatica?

Oggi il web permette a tutti di gestire la diffusione della propria creatività senza ingombranti intermediari, e questo ha dato modo a moltissimi artisti di avere un pubblico, ma discrimina quanti per mancanza di tempo, per abitudine, o per motivi anagrafici continuano a fruire della musica attraverso i mezzi tradizionali.

Altrove queste realtà riescono ad integrarsi in modo molto più immediato e se un giovane autore indipendente esce in seguito con una major non significa necessariamente che abbia venduto l'anima al diavolo, ma di certo che un numero grandissimo di persone di ogni età e condizione può godere di un lavoro artistico di qualità.

Personaggi come Dente in Italia mostrano coraggio e una buona dose di autoironia, qualità sempre troppo rare dalle nostre parti, e contribuiscono a spalancare delle finestre nei muri che – come continua a ricordarci Roger Waters – soffocano e sviliscono la nostra libertà. (mlml)


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