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giovedì 7 marzo 2013

Com'è bello sentirlo cantare!



Sotto il palco di Piazza Maggiore  
su quell'arcobaleno di note che alza tutti in volo



Musica e parole: un'alchimia perfetta nata dall'espressione di chi sa scrivere come vive e trova la giusta misura per unire l'elemento discontinuo del testo con il fluire della melodia.

Un musicista maledettamente bravo, un jazzista che già brillava in Italia come virtuoso del clarinetto un giorno decide che, per quanto affascinanti e misteriose, le onde dell'armonia non gli bastano più e vuole creare delle isole in quell'oceano, dei luoghi in cui ci si possa fermare e raccontarsi.

Le canzoni di Lucio Dalla – insieme a quelle di Battisti – sono come quelle dei Beatles: a volte semplici filastrocche, a volte sognanti strofe d'amore, a volte ironiche prese in giro, ma sempre create con quel segreto rapporto tra testo e musica che le rende immediatamente parte di noi.

Il 4 marzo 2013 molti artisti si sono riuniti in Piazza Maggiore a Bologna per festeggiare i 70 anni di Lucio Dalla: colleghi ed amici fraterni, coetanei che frequentavano la musica con stili diversi, quarantenni cresciuti accanto a lui e giovani che con le sue canzoni si addormentavano, da neonati, in braccio ai genitori. 

Tutti commossi e partecipi in una bellissima serata che Bologna ha regalato quasi tiepida, mentre ancora qualche cumulo di neve restava sui bordi delle strade.

Dopo le prime, amatissime canzoni che una enorme folla giunta da tutta Italia ha intonato a gola spiegata e con le lacrime agli occhi, l'atmosfera si è rarefatta, e in un attimo si è passati da un palco enorme allo spazio ridotto di un piccolo club, quasi all'intimità di una stanza.

Stefano Di Battista ha ricamato col suo sax soprano una trama di scale ariose e delicate, mentre gli archi lo accompagnavano con altrettanta dolcezza. Poi è entrata la voce, con la stessa naturalezza con cui una farfalla entra da una finestra spalancata su un giardino e,continuando senza interruzione il percorso di suoni iniziato dall'altro, ha tradotto in parole lo sguardo tenero di un amante che guarda il suo amore addormentato: Tu non mi basti mai, dice, e vorrei esserti accanto in ogni attimo della tua vita.

Il sax colora ogni frase con toni d'acquerello mentre Marco sorride con la voce, e quando il testo si lascia vincere dalla musica è lui che fa eco al sax con note veloci e sfumate.

Noi non ti scorderemo mai dice al cielo di Bologna da cui Lucio ascolta, e il crescendo della dichiarazione amorosa Noi non ci lasceremo mai arriva come un vento colorato, un arcobaleno di note che alza tutti in volo: Marco, Stefano, l'orchestra, i tecnici, il pubblico e tutti quelli che, da lontano, stanno acoltando e non possono fare a meno di sorridere.


Marco – unico tra i partecipanti più giovani – ha cantato da solo anche un altro brano, e non poteva essere che Meri Luis, il talismano che il vecchio mago gli ha regalato dopo averlo sentito cantare per caso ed averlo chiamato per incidere qualcosa insieme.

Un gioiello difficile da indossare. Non una canzone, ma un film raccontato inquadratura per inquadratura con panoramiche, zoomate improvvise, stacchi, cambi di luce su dodici personaggi - contando anche i figli del dentista già pronti per il mare con infradito e pallone a spicchi.

Tutti quanti si vedono prima e dopo aver proposto un cambio totale di prospettiva (se si cercasse, se si provasse a fermare il giro). Quindi ognuno di loro si blocca e poi riparte vivendo la sua vita in modo diverso, con un'altra soluzione.

Tutto questo in 4 minuti e 14 secondi di salite vertiginose e planate sugli accordi a tutta velocità, con salti pazzeschi tra una nota e l'altra, senza un nanosecondo per respirare fino all'apoteosi gloriosa di Meri Luis che vola tra le braccia del suo ragazzo (happy ending tra i più riusciti della canzone italiana) mentre Marco può concludere pronunciando la formula magica che Mago Lucio gli ha confidato. La più semplice e quindi la più vera:

 La vita, com'è bella, e com'è bello poterla cantare!


(mlml)

2 commenti:

  1. Io c'ero, e mai parole hanno reso bene l'idea di ciò che ho vissuto l'altra sera, a Bologna.
    Grazie!

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  2. Io non ero lì, ma incantata davanti alla tv, e queste parole mi hanno restituito tutto l'incanto della sublime interpretazione di Marco, tutta la poesia di Lucio...grazie!

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