Ad Three Slide Menu

lunedì 15 aprile 2013

L'alchimia speciale di una voce che non conosce confini


Cronaca dal Melkweg, 
il teatro olandese che ha ospitato
l'Eurovision in Concert lo scorso 13 aprile

Marco Mengoni all'Eurovision in Concert. Foto di Dennis Stachel (EBU) per Eurovision.tv
  
Marco Mengoni partecipa all'Eurovision in Concert ad Amsterdam. Potevamo perderci la prima apparizione del Nostro per l'evento musicale più importante d'Europa? NO!

Quindi,trovato l'accompagnatore, eccoci ad Amsterdam e, dopo giri tra canali e canaletti nell'attesa dell'ora X, pronte a fare la nostra fila all'ingresso del Melkweg, il teatro che ha ospitato il concerto “di presentazione” di oltre venti artisti che si contenderanno l'ambito premio in quel di Malmo il prossimo 18 maggio.

Già una piccola folla attende di entrare malgrado siano solo le 18.30: lo ammettiamo, volevamo conquistare la pole position per non perderci nessun istante della sua esibizione! 

Già in coda si respira l'aria dell'ESC, ché spuntano bandiere di ogni nazione: ecco due ragazzi che vengono da Malta (ci salutiamo calorosamente); piu avanti un ragazzo con il kilt e a destra un gruppo di svizzeri che sventolano la loro bandiera. La coda ormai è lunghissima, non se ne vede la fine, ma finalmente si entra. 

Il locale è piccolo, molto intimo, e anche se non è stato facile... ecco, posto conquistato: tra il nostro applauso e lui ci saranno solo un paio di persone! La sala si riempie fino a scoppiare. In alto c'è una specie di balcone che scorre per tutta la lunghezza del Melkweg, ed è stracolmo di persone che stendono le loro bandiere sulle balaustre, sì, in perfetto stile “stadio”. È una grande festa, il pubblico è allegro e piuttosto colorato e, per non farsi mancare proprio niente, prima dell'inizio del concerto vengono lanciate agli spettatori bandierine di tutti i Paesi partecipanti. Non c'è un solo spettatore che non si fiondi ad accaparrarsi la sua, senza guardare quale sia il Paese rappresentato: è una festa della musica, e tutti – nessuno escluso – è pronto a sventolare la bandierina che la sorte gli ha assegnato con tutto l'entusiasmo che ha. 

Ecco la prima “lezione” impartita dal pubblico dell'Eurovision Song Contest: quel che conta qui è la canzone, la musica, non la nazione che la presenta. Insomma, tutto attorno al palcoscenico – sotto la bandiera della Musica, si respirava il vero significato di Unione Europea.
Iniziato il concerto, arriva la seconda "lezione": non solo tutti conoscono tutti i cantanti, ma conoscono anche tutte le canzoni! L'intera platea accoglie gli artisti con molto calore e spesso, almeno dove la lingua lo permette, canta in coro i ritornelli. Noi, invece, facciamo fatica a riconoscere i Paesi di provenienza... ma abbiamo già iniziato ad ascoltare tutti i 39 brani protagonisti dell'ESC 2013 per riguadagnare il terreno perduto!  

Sul palco si susseguono i vari interpreti, portando in quel piccolo teatro una varietà unica di etnie e abiti e performance di ogni tipo, dal rock al pop e su e giù per tutta Europa... ma nella nostra testa – siamo sinceri – solo una domanda: quando arriva lui? Anche perché volevamo riprendere il momento, e volevamo registrarlo fin dall'inzio, ma a dirla tutta eravamo un po' scoraggiati dal fatto che non si riusciva a capire un accidenti: l'olandese è una lingua piuttosto incomprensibile. 

Ma è comprensibilissimo il Marco Mengoni annunciato dalla presentatrice (insomma... il “Mengoni” lo abbiamo solo desunto), così come è chiaro l'entusiasmo, tradotto in urla e applausi, che lo accoglie. Marco sale sul palco con un incedere un po' timoroso, il volto che esprime tutta la grande concentrazione che quel momento richiedeva. 

Da lì, da sotto il palco, ci è sembrato di percepire il suo cuore che batteva all'impazzata per l'emozione (o era il nostro?) in quei secondi che precedono l'inizio della musica. Il pubblico, che fino a quel momento era stato molto rumoroso, ecco che si quieta: Marco comincia a cantare. 
 
La sua voce scorre limpida e sicura, potente e ricca di sfumature. Ci ritroviamo come avvolti, con un braccio steso per registrare il video senza un reale controllo, rapiti come Ulisse dalle sirene (che volete farci, Marco quando canta ci fa quest'effetto!)... Come avvisati da uno strano campanello, ci accorgiamo che la nostra inquadratura rischia di “tagliargli” la testa, riassestiamo, e con un occhio scorgiamo il pubblico concentrato, che canta la canzone sottovoce, come a non voler interrompere la magia che la sua voce suscita nell'animo di chi ascolta. 

Non ci sono grandi cori, non ci sono rumorosi sventolamenti di bandiere, ma tanta, tanta, tantissima concentrazione, perché è necessario assaporare ogni sua parola fino in fondo: insomma, come quando si mangia un cioccolatino e non si vuole essere disturbati da nessuno perchè è necessario gustarlo fino in fondo. 
Qualcuno scoppia in un “bravo!”, qualcun altro applaude forte, qualcuno grida “vai Marco!” (ebbene sì, la voce è quella di chi scrive!), ma quella che si sente fortissima è la grande magia, è il momento di grande intimità, è l'alchimia speciale tra Marco e il pubblico.  

Silenzio. Marco ha finito di cantare. Una frazione di secondo e il pubblico scoppia in un applauso fragoroso e in mille urla di elogio. Un' esibizione fantastica, molto emozionante, apprezzata da tutti, nessuno escluso! Marco sussurra il suo thank you al microfono e timidamente lascia il palco mentre continuano gli applausi, tanto che – poco prima di scomparire nel back stage, si gira sorridendo per ringraziare ancora una volta.
 


Ci si sveglia come da un sogno ad occhi aperti, si cerca l'uscita e ci si ritrova nella fredda sera olandese. Ma i nostri non sono certo brividi di freddo: è l'emozione di aver sentito sulla pelle che Marco, su qualunque palco e in qualunque paese si trovi, riesce a offrire tutto se stesso attraverso questa lingua internazionale che è la musica. 

Marco, sei grande! (mc)


Nessun commento:

Posta un commento

Commenta qui....