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mercoledì 16 maggio 2012

A Varese fa della Città Giardino il suo Regno


Mengoni Re Matto fa della Città Giardino il suo Regno

Arriva a scendere dal palco di corsa per baciare un bimbo biondo di poco più che un anno, chiede ai fan di andare sotto al palco (in un teatro?), nonostante i vigili del fuoco e poi chiede in ginocchio ai fan in delirio di tornare a posto, nascosto dietro a una lanterna “tanto son secco e qui nessuno mi vede”. Marco Mengoni, ventiquattro anni a Natale, vincitore della terza edizione di X-Factor, è diventato famoso per la sua voce “pirotecnica e la sua presenza istrionica”, come dice la sua canzone “Come ti senti”, ma è rimasto quello di sempre: semplice e modesto.
Note Spillate lo ha intervistato in esclusiva a Varese, prima che regalasse un’altra elettrizzante serata. Mengoni ha proposto i brani di “Solo 2.0” e “Re Matto”, ma non sono mancate cover (Beatles, Queen, Elvis Presley tra le altre) e un emozionante omaggio a Amy Winehouse, cantato a cappella con la sola luce di una lanterna e i suoi musicisti che davano il ritmo battendo le mani.
Dal tour nei palazzetti al tour nei teatri, cosa è cambiato, anche nella scenografia?
Nella scenografia tutto e… non c’è niente (ride, ndr). E’ molto più semplificata ora, perché anche il teatro, fisicamente non se lo può permettere. Abbiamo “accompagnato” l’idea dei palazzetti con la scenografia. Abbiamo dato maggior risalto al quadro che alla cornice.
Quale delle due esperienze le piace di più?
Entrambe hanno cose positive e negative. Sono comunque molto diverse. Sicuramente il teatro ti permette di avere un contatto più diretto con il pubblico. La prima fila è quasi a un metro da me e li posso guardare negli occhi. E’ molto più bello, calcolando che loro sono il cinquanta per cento di tutto il progetto, perché metà è sotto e metà è sul palco. Dipende anche dal pubblico l’andamento del concerto.
Avete intenzione di fare anche le arene quest’ estate?
Di qiù nun so (ride ndr), come diceva qualcuno. No, non lo so cosa succederà.
Ok, quindi non ha programmi estivi?
Sì, ma nella seconda metà dell’estate, però non mi ero preoccupato per la prima parte. Dove andremo, cosa faremo…
Com’è il suo rapporto con i fan?
Io mi concedo molto, parlo moltissimo, infatti delle volte diventano come dei litigi di amici di una stessa cricca. Forse mi concedo un po’ troppo, me lo dicono tutti. Poi in alcuni momenti magari vengo mal capito, o cose del genere, e loro se la prendono come se fossero amici strettissimi. Però mi piace questa cosa, perché vuol dire che c’è un bel rapporto.
Nella sua canzone “Come ti senti”, dice – se vieni da un talent non puoi avere ideali-, crede che ci sia veramente questa opinione comune?
Io credo che ci sia questa opinione, che non sia comune, che sia abbastanza limitata, fortunatamente. Anche perché non avrebbe ragione di esistere. Un uomo è un artista a prescindere da talent e casa discografica o se si presenta nei club. Anche chi va nei talent vive la vita, fa delle esperienze. Ognuno ha dei backgroud diversi. Nel 2009, queste possibilità a me non sono state date dalle case discografiche e quindi, ancora di salvataggio era X-Factor, ho provato, è andata… bene, non mi posso lamentare, in questo momento di crisi. Ma, poi, qualunque cosa uno pensasse, è giusto che sia così, siamo in un paese laico e libero.
Avete in mente un nuovo singolo per l’estate tratto da Solo 2.0?
Se abbiamo in mente… non lo so, ce li abbiamo i soldi per un nuovo video? (ride con i suoi assistenti ndr.). Perché con questa crisi si risparmia su tutto, pure sui singoli e quindi magari… non so quello che succederà, chiediamo a Monti.
(Intervista e recensione di Barbara Giglioli)

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